• Resta in ascolto della musica dentro di te,
    e del tuo tempo,
    cerca fuori ciò che la fa risaltare...
    Osserva il disegno che si crea, e infine senti come vibra tutto in armonia.
    Poi ricomincia

    Contatti

audio relax alessia vilei psicologa

 

Dott.ssa Alessia Vilei

Psicoterapeuta

Chi sono

Sono la Dott.ssa Alessia Vilei, psicologa, ipnologa e counselor, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia con il n. 4312. Nel mio studio mi propongo di fornire uno spazio di condivisione, conoscenza, riflessione per valutare gli obiettivi di ogni persona che si rivolge a me.

Leggi tutto

 

Contatti

 

 

Puoi anche contattarmi attraverso il seguente modulo. Ti risponderò al più presto.

 

Campo obbligatorio

Inserisci correttamente la tua Email

Inserisci un numero di telefono valido, per favore.

Valore non valido

Valore non valido

Inviando questo modulo accetti la Policy Privacy.

Vari tipi di ipnosi

Vari Tipi di Ipnosi

Esistono diversi tipi di ipnosi?

Forse ti sarai chiest@ anche tu se esistono varie tecniche per indurre l’ipnosi, e magari navigando in rete avrai visto video o articoli in cui si illustravano differenti situazioni. Bene, la curiosità è un ottimo motore per il cambiamento…! Se avrai la pazienza di seguirmi in queste righe, ti darò degli spunti utili per la tua ricerca.
Più che vari tipi, esistono differenti tecniche che producono effetti ipnotici. Ma prima di tutto mi sembra corretto ricordare brevemente ciò che tutte queste fenomenologie hanno in comune: la base “strumentale”.

La base strumentale dell’Ipnosi, cosa è.

A partire dalla base strumentale si può parlare di ipnosi come di “una procedura in cui il paziente sperimenta cambiamenti a livello di sensazioni, percezioni, pensieri e comportamento. Il tutto ha inizio tramite una procedura di induzione tra le numerose a disposizione. Questa fase iniziale include suggestioni di rilassamento, benessere e calma” (1993, Psychological Hypnosis, A Bulletin of Division 30, 2).
Si tratta quindi, di una “procedura”, una sorta di protocollo, o canovaccio, sempre adattabile alla persona e al contesto. Attraverso di essa l’operatore attiva uno stato di rilassamento che induce una trance (della ‘trance’ ne ho parlato in “Ipnosi e ipnosi regressiva. Pratica e benefici.”) che può essere più o meno profonda, ed avere caratteristiche o “qualità” differenti a seconda della predisposizione della persona e delle tecniche utilizzate.

Gli effetti dell’Ipnosi.

La procedura ci consente di ottenere lo stato dissociativo, ovvero uno dei risultati collegati alla trance: si manifesta con una temporanea sospensione della percezione “spazio-tempo”, e un’alterazione delle sensazioni corporee.
Le varie tecniche di ipnosi, avendo un protocollo diverso, ottengono effetti diversi in merito a questa caratteristica. In alcuni casi si arriva ad avere una dissociazione immediata e rapida, dovuta ad uno “shock” del sistema vagale (che fa parte del sistema nervoso autonomo ed è elemento fondamentale del parasimpatico), mentre in altri si ottiene uno scivolamento graduale e piacevole, mantenendo lucida la propria coscienza ed il controllo del corpo, che tuttavia, risponde alle sollecitazioni della mente inconscia e non di quella logica, realizzando così lo scopo del trattamento.
Ora vediamo nel dettaglio quali sono i diversi tipi di tecniche, come si svolge la procedura, e quali sono gli effetti.

Ipnosi rapida e ipnosi istantanea: si può essere ipnotizzati in pochi secondi?

Frequentemente, le persone che si rivolgono a me perché interessate all’ipnosi si dichiarano alla ricerca di uno strumento “veloce” e “indolore” di cambiamento. L’idea di fondo è che tramite l’ipnosi si possa evitare la difficoltà di affrontare un percorso di trasformazione e conoscenza personale che può essere molto doloroso, oltre che lungo in termini di tempo. Dopotutto siamo nell’era delle “fast solutions”, e le persone sentono l’esigenza di ottenere risultati ottimali in tempi brevi.
Ovviamente, è comprensibile che trovandosi in uno stato di disagio e sofferenza, ognuno di noi sia orientato a trovare la soluzione più rapida… non è raro che mi chiedessero scherzosamente una “botta in testa” che li facesse guarire!
Ma al di là delle aspettative, più o meno fantasiose, ciò che rimane come verità è che sebbene esistano tecniche ipnotiche che producono effetti in tempi incredibili, il processo di cambiamento richiede sempre e comunque una fase di elaborazione sia cognitiva che emotiva per potersi stabilizzare e produrre effetti nel lungo termine, oltre che nell’immediato.

Le induzioni veloci: l’ipnosi rapida e l’ipnosi istantanea.

Le procedure veloci di induzione sono l’ipnosi rapida e l’ipnosi istantanea; queste, proprio per la loro capacità di produrre una trance nel termine di poche decine di secondi, sono più spesso utilizzate in campo medico, prima o al posto di un’anestesia farmacologica, di una procedura diagnostica invasiva, o di un trattamento ortodontico.
Entrambe le forme si basano sul principio della sorpresa.
La persona viene sottoposta ad un leggero shock prodotto al livello del sistema nervoso, procurando un black out temporaneo delle barriere coscienti. Una rapida manipolazione, abbinata ad una suggestione come “dormi”, o “lasciati cadere”, o “vai giù” produce una manifestazione fenomenologica che appare come una perdita dei sensi, in quanto in pochi secondi il soggetto entra in trance lasciando andare il controllo del corpo.

Differenze tra ipnosi istantanea e ipnosi rapida.

Mentre l’ipnosi istantanea agisce spettacolarmente in meno di 10 secondi, l’ipnosi rapida induce la condizione ipnotica in 30 secondi o più.
La differenza di procedura consiste nel fatto che la prima fa uso di una forma di shock che crea un sovraccarico emotivo, un insieme di emozioni improvvise e non elaborabili a livello cognitivo, inducendo nella mente un veloce blackout. La seconda, invece, tende a produrre e sfruttare stati come la confusione e/o l’intensa concentrazione, tuttavia gli effetti sono pressoché uguali.

Ipnosi non verbale: come andare in trance senza una parola?

Ipnosi non verbale e ipnosi simbolica.

Principalmente, possiamo distinguere due tecniche di ipnosi che non fanno uso del linguaggio verbale: l’ipnosi non verbale e l’ipnosi simbolica.
Entrambe provocano un rapido stato ipnotico perché il cervello riceve e risponde automaticamente a stimoli che lo riconducono a memorie ataviche.
Nella prima, fornendo particolari stimoli primitivi (versi, vocalizzi e violando lo spazio personale del soggetto), viene attivata la memoria ancestrale del segnale di pericolo che trova la sua base nella parte filogeneticamente più antica del nostro cervello: l’amigdala, deputata ad elaborare l’esperienza emotiva collegata all’istinto di sopravvivenza.
Come reazione a tale sollecitazione, il soggetto produce una manifestazione psicosomatica di “freezing”, ovvero immobilità tonica che può comprendere muscolatura contratta in modo involontario, catalessi, irrigidimento, oltre che un rallentamento del battito cardiaco e della respirazione. Il conflitto emotivo prodotto viene gestito dall’amigdala provocando una sorta di “sincope vaso-vagale” (svenimento), con conseguente inibizione della corteccia prefrontale, che è l’area cerebrale deputata al controllo degli impulsi e delle azioni.
In questa condizione, l’operatore può introdurre l’induzione che produce il cambiamento desiderato dal soggetto, e lo fisserà nella sua mente.

Ipnosi simbolica: come agisce.

L’ipnosi simbolica agisce utilizza dei simboli archetipici che fanno riferimento a categorie impresse nella nostra memoria inconscia collettiva e che ritroviamo quotidianamente intorno a noi nell’arte figurativa e non, nella geometria, nelle forme di linguaggio verbale e paraverbale, nella gestualità.

Il significato dei simboli.

L’asta rappresenta il padre, la virilità, l’autorità, l’assertività, la forza, il triangolo rappresenta la madre, quindi l’accoglienza, l’amore incondizionato, la fiducia, la generosità, l’altruismo, ed infine il cerchio, ovvero il Sé, il senso del proprio essere, l’identità.
Nel somministrare questi simboli attraverso gesti delle mani, sfioramenti, modulazione della prossemica, suoni paraverbali e rumori, si altera progressivamente lo stato emotivo del soggetto che, in perfetta calma e sicurezza, lascia che l’inconscio del soggetto giunga a dialogare con la parte inconscia dell’operatore e si lasci orientare verso il raggiungimento degli obiettivi.

L’ipnosi eriksoniana: il modello classico dell’induzione inconscia.

L’ipnosi ericksoniana è la classica ipnosi di rilassamento, dolce e graduale, che porta la persona ad un piacevole e rigenerante stato di trance entro il quale la parte inconscia risponde alle induzioni dell’operatore e avvia il cambiamento.
La tecnica, arricchita da Erickson e dai suoi allievi e seguaci nel corso degli anni, poggia su un fondamento teorico che guida alla conoscenza ed all’uso del linguaggio in maniera ipnotica, anche senza il canonico setting “da lettino”, semplicemente all’interno della conversazione, il cosiddetto “Milton Model”.
In questa modalità, ci si svincola dall’aspetto spettacolare e manipolatorio che caratterizza sia la vecchia che la nuova ipnosi “veloce”, per restituirla alla persona, alle sue risorse e alla relazione con l’operatore.

Effetti dell’ipnosi ericksoniana

Mantiene sempre tutta quella serie di aspetti connessi all’esperienza dell’alterazione del normale funzionamento mentale, come la dissociazione spazio-temporale, modulazione delle sensazioni corporee, la capacità di esaltare le immagini vivide e dettagliate, l’amnesia, il recupero di ricordi, la levitazione del braccio, ecc., ma tali “effetti speciali” sono secondari rispetto agli scopi terapeutici e alla crescita personale.
Inoltre, il soggetto ipnotico, in questo caso, è non solo attivo (seppur incredibilmente rilassato), ma anche in grado di imparare la tecnica ed applicarla su di sé, per aumentare le proprie abilità, con un conseguente risvolto positivo sulla propria autostima.

Relazione persona-operatore al centro dell’ipnosi ericksoniana.

L’interazione tra la persona e l’operatore diventa un vero rapporto terapeutico, fondato su profonda collaborazione, in cui l’esperto aiuta la persona ad osservarsi e riconoscersi tutta una serie di capacità, tra cui quella di entrare in trance.
Con questo metodo si sfrutta infatti la naturale tendenza di ciascuno a modificare il proprio stato di coscienza, gestendo volontariamente ciò che la persona già sperimenta durante momenti quotidiani.

Il mio utilizzo dell’ipnosi.

Nella mia pratica clinica, uso molto più frequentemente questa modalità, quella ericksoniana, perché credo che il disagio riferito sia parte della persona e vada ascoltato, compreso nel suo senso e onorato nel suo valore esistenziale.
Anche in questo credo che si esplichi l’aiuto dell’esperto nel raggiungere risultati velocemente e in armonia con l’intera complessità della persona. Tutto questo viene favorito dalla procedura di progressivo rilassamento e scivolamento in trance lucida o profonda, e all’uso di linguaggio evocativo, metaforico, a visualizzazioni ed induzioni mai direttive, al limite indicative e a volte paradossali.

Il fondamento del mio agire.

Erickson era critico nei confronti suggestioni dirette: “Certo, la suggestione diretta può provocare l’alterazione del comportamento del paziente e la guarigione almeno temporanea del sintomo. Ma questa ‘guarigione’ è una semplice risposta alla suggestione e non comporta quella riassociazione e riorganizzazione di idee, modi di vedere e ricordi, che sono essenziali per la vera guarigione. È questa esperienza di riassociazione e riorganizzazione della propria vita esperienziale a produrre infine la guarigione, non la manifestazione del comportamento responsivo che, nel migliore dei casi, può soddisfare soltanto l’osservatore.” (Milton Erickson, 1948, Hypnotic Psychotherapy, in The Medical Clinics of North America, 5, pp. 571-583).

L’ipnosi ha effetti collaterali?

L’ipnosi in sé non ha alcun effetto collaterale, tuttavia vi sono dei casi in cui può essere controindicata, come ad esempio le psicosi con dissociazione e sintomatiche paranoidi.

L’attenzione verso la scelta dell’operatore.

Per questo, se alla luce di quanto hai letto finora ti senti pronto ad intraprendere questa esperienza, è importante che ti affidi a professionisti che operano in ambito sanitario. E’ frequente infatti, imbattersi sul web in una serie di figure che praticano l’ipnosi al di fuori dell’ambito medico o psicologico, anche se la valutazione della personalità all’interno di un percorso clinico è necessaria al fine di operare in sicurezza.
Se da un lato è vero che l’ipnosi è qualcosa di molto naturale, dall’altro bisogna riconoscere che qualunque tipo di tecnica ipnotica richiede comunque molte competenze sofisticate che si devono saper gestire. Queste competenze fanno di tale approccio prima di tutto una forma di relazione tra l’esperto ed il paziente, e poi uno strumento di ristrutturazione del disagio o problema.

Tags: ipnosi